giovedì 28 marzo 2013

Involtini di sogliola e asparagi con salsa verde

In questa settimana di Vigilia, in casa mia il pesce va alla grande; anche ai miei bambini piace e fortunatamente non hanno mai fatto tante storie per mangiarlo, anzi lo hanno sempre gradito e devo dire che ne sono molto felice perchè mi piace tantissimo cucinarlo.

Quando ero piccola, la mia nonna ogni mercoledì andava al mercato e mi comprava una sogliola che poi cucinava semplicemente in padella con un filo di olio e limone....Così ha continuato a fare per mio fratello e io, proseguo la tradizione cucinando ogni settimana la sogliola ai miei bambini in modo molto veloce come faceva lei.....



Stasera, invece ho voluto variare un pò la classica ricetta e presentare i filetti di sogliola a mò di involtino con all'interno dei freschissimi asparagi, ortaggio che tra le altre cose adoro!!!
E' un secondo di pesce molto semplice e dal gusto delicato che però, grazie alla sua presentazione fresca e primaverile verrà apprezzato da tutta la famiglia, provatelo e poi fatemi sapere!

Ingredienti per 4 persone:


  • 3 sogliole pulite, oppure se le trovate già sfilettate 12 filetti
Considerate tre involtini a persona. Ogni sogliola ha 4 filetti, per 4 persone vi occorreranno 12 filetti, quindi 3 sogliole.

  • 200 gr di asparagi
  • 1 limone
  • 2 spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • sale e pepe
  • olio evo

Pulite gli asparagi e fateli saltare in padella con uno spicchio di aglio e olio. Regolate di sale e pepe, aggiungete mezzo bicchiere di acqua e fate cuocere 5 minuti.
Togliete gli asparagi e adagiateli su un piatto.
Sempre nella stessa una padella fate scaldare due cucchiai di olio con un altro spicchio di aglio in camicia.
Mettete le sogliole in padella, salate e pepate e fate cuocere prima da un lato, poi dall'altro per 2/3 minuti per  lato.
Aggiungete il succo di mezzo limone fate cuocere ancora un minuto.
Sfilettate la sogliola e su ogni filetto mettete 2 o tre asparagi tagliati a metà, arrotolate e rimettete ogni involtino in padella fermandolo con mezzo stecchino.
Preparate la salsa frullando qualche foglia di prezzemolo, la polpa di mezzo limone, olio e un pizzico di sale.
Conditegli involtini con la salsa, riscaldate il tutto e servite.


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martedì 26 marzo 2013

Tagliatelline con farina di grano Verna agli asparagi e code di gambero

Oggi ve la farò un pò lunga, ma spero con tutto il cuore che avrete la pazienza di leggermi fino all'ultimo perchè vorrei parlare di due cose molto importanti legate l'una all'altra.

Prima di tutto, mi piacerebbe spendere due parole sulla farina che ho usato per questa pasta fresca. Non voglio certo farvi una lezione sul prodotto, non ne sono capace e non ne ho le conoscenze, vi riporto solamente alcune informazioni che ho trovato girovagando sul web, ma se volete approfondire l'argomento potete dare un'occhiata qui e qui, dove esperti del settore ve la diranno lunga!!!



Per chi non lo conoscesse, il grano Verna è un tipo di frumento molto antico che veniva coltivato per la maggior parte in Toscana ed Emilia Romagna. Pur essendo un grano molto resistenze alle condizioni climatiche e alle piante infestanti, la sua piccola spiga contiene pochi chicchi e questo ne fa un tipo di frumento a scarsa resa.
Per tale motivo, negli anni, la sua coltivazione è molto diminuita per non dire scomparsa e sostituita da grani innestati molto più produttivi che meglio rispondono alle esigenze industriali delle coltivazioni intensive.

Da qualche anno c'è un ritorno significativo alla coltivazione del grano Verna perchè è stato provato scientificamente che le sue proprietà salutari apportano molti benefici al nostro organismo: prima di tutto questo grano contiene pochissimo glutine, quindi è molto digeribile e ha un alto contenuto di minerali come ferro, magnesio e fosforo di gran lunga superiore al grano "moderno". Inoltre, da uno studio dell'Università di Firenze è emerso che riduce il colesterolo LDL (quello cattivo per intendersi) e il rischio di problemi cardiovascolari, a tal proposito, se volete leggete qui.



Purtroppo la farina di grano Verna, biologica e macinata a pietra, per ora, si trova difficilmente in commercio. Io l'ho dovuta chiedere a un rinomato panettiere della zona, che con grande cortesia, visto lo scopo per la quale mi serviva non ha saputo dirmi di no.....

e per cosa mi sarà mai servita questa farina?
Ve lo dico subito: per Mangia&Gioca!

Mangia e Gioca è un centro nutrizionale che si trova ad Arezzo,ed è  rivolto a bambini di età compresa tra 3 e 13 anni, con problemi di obesità, sovrappeso e inappetenza.
Lo staff, composto da specialisti in scienze dell'alimentazione, psicologi e nutrizionisti guida i bambini in salutari percorsi alimentari e li aiuta ad instaurare un buon rapporto con il cibo attraverso il gioco e il divertimento.
All'interno del progetto Mangia&Gioca è presente anche una scuola di cucina: si sà che la maggior parte dei bambini amano pasticciare e questo li aiuta ad avere una maggiore consapevolezza di quello che mangiano.
Quindi, quando la Dott.ssa Lia Rossi Prosperi, responsabile del centro, mi ha chiesto di collaborare con lei per le lezioni di cucina sulla pasta fresca, il mio entusiasmo le ha risposto "si, si, assolutamente si!"



Ma voi mi immaginate ad insegnare ad un gruppo di bambini come si fa la sfoglia? io, che a malapena tengo seduti i miei giusto il tempo che occorre per mangiare?
A parte gli scherzi, io sono felicissima e farò appello a tutto il mio impegno e a tutta la mia pazienza per riuscire nell'impresa.
Le date delle lezioni sono il 10 e 23 Maggio 2013, l'argomento sarà, appunto la pasta fresca realizzata con farina di grano Verna e se qualche genitore fosse interessato, consiglio vivamente di consultare il sito www.mangiaegioca.com, dove troverà tutte le risposte alle sue domande......

Per quanto riguarda me, invece, da qui a Maggio, ho tutto il tempo per sperimentare le ricette e prepararmi psicologicamente, anzi per la parte delle ricette mi sono già messa all'opera......





Ingredienti per 6 persone:


  • 500 gr di farina di grano Verna (in alternativa 550 gr di farina 00)
  • 6 uova 
  • 1 pizzico di sale
  • 2 cucchiai di olio
Di solito, per fare la pasta fresca si utilizza 1 uovo ogni 100 gr di farina, ma quella di grano Verna è una farina è integrale e quindi assorbe tantissimo i liquidi apportati all'impasto, per questo motivo ho preferito la dose scritta sopra.
Per il condimento:

  • 650 gr di asparagi
  • 500 gr di code di gambero
  • 1 spicchio di aglio
  • olio evo
  • sale e pepe
  • prezzemolo q.b.

Formate una fontana con la farina sulla spianatoia, rompete le uova al centro, aggiungete l'olio e il sale.
Amalgamate con una forchetta la farina alle uova lentamente in modo da non rompere la fontana.
Quando la maggior parte della farina sarà legata, abbandonate la forchetta e lavorate energicamente l'impasto con le mani per almeno 10 minuti.
Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e fate riposare per 30 minuti.

Stendete la pasta abbastanza sottile con il mattarello. Lasciate riposare sopra la spianatoia per 15 minuti fino a quando non si sarà asciugata. Piegatela formando un rotolo e tagliate le tagliatelle allo spessore di circa mezzo cm.

Lavate e pulite gli asparagi togliendo con un pelapatate la parte esterna e finale del gambo (dalla metà in giù, praticamente la parte più dura).

Sgusciate le code di gambero e con una piccola incisione sulla schiena eliminate il filino scuro dell'intestino. Lavatele bene e cuocetele in padella con lo spicchio di aglio in camicia e un filo di olio.

Tagliate gli asparagi e aggiungeteli ai gamberi. Regolate di sale e pepe e fate cuocere per 5 minuti.

Cuocete le tagliatelline in abbondante acqua salata e fatele saltare nel condimento.

Condite con una spolverata di prezzemolo fresco tritato.

Grazie di cuore per avermi letto fino alla fine e buona settimana Santa a tutti!!!!









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venerdì 22 marzo 2013

Marmellata di arance

Il tempo passa davvero in fretta ed io ho pensato tutto l'inverno a postare questa ricetta senza mai farlo veramente...cosi mi ritrovo a primavera già iniziata e a barattoli di marmellata di arance quasi finiti!
Avete presente quelle cose che si rimandano di giorno in giorno, senza neanche sapere il motivo preciso?
Io sono un pò così, rimando, rimando e poi alla fine arrivo sempre con l'acqua alla gola, ma la marmellata di arance è talmente buona che non posso far finire il periodo di questi fantastici frutti senza condividerla.....





Vi assicuro che, anche se ci vorrà un pò di tempo e un pò di pazienza nel procedimento, il risultato ripagherà di sicuro il tempo che avrete impiegato; tra l'altro è una ricetta molto semplice che sicuramente riuscirà con facilità, basterà seguire quelle piccole regole e accortezze che fanno della ricetta un successo garantito!



Ingredienti:


  • 2 kg di arance non trattate
  • 700 gr di zucchero 
(non ho messo molto zucchero perchè le arance erano molto dolci e anche perchè non ho bisogno di una lunga conservazione visto che questa marmellata viene spazzolata via in poche settimane, ma se volete potete aumentare lo zucchero fino a 900 gr)


  • succo di 1 limone



Togliete pazientemente la buccia delle arance con un pelapatate facendo attenzione a non portare via anche il bianco.
Tagliate la buccia sottilmente e riponete i pezzetti in una contenitore ermetico in frigorifero.
Bucate con i rebbi di una forchetta le arance, mettetele in una pentola coperte di acqua.
Lasciatele cosi, coperte con un coperchio per tre giorni, ma ricordatevi di cambiare l'acqua una volta al giorno.

Passati questi tre giorni, scolate l'acqua ed eliminate la buccia bianca delle arance.
Tagliatele a pezzetti e mettetele a cuocere per circa mezz'ora.

Nel frattempo, vi ricordate le scorzette che avete in frigo? Bene, mettetelo in una casseruola, coprite con acqua e portate a bollore, scolate, coprite di nuovo di acqua e ripetete l'operazione per altre due volte.

Aggiungete alle arance lo zucchero e le scorze e fate cuocere per 40/45 minuti.

Spegnete il fuoco e aggiungete il succo di limone.

Mettette la marmellata ancora bollente in vasetti di vetro sterili e teneteli capovolti sopra un apiano per una notte.

La mattina seguente si sarà formato il famoso sottovuoto, ma se volete essere proprio essere sicuri, fate bollire i barattoli coperti di acqua per un quarto d'ora.
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mercoledì 20 marzo 2013

Crema di carote e daikon con riso venere

Metti un gruppo di amiche appassionate di cucina e metti uno chef innamorato del suo lavoro specializzato nell'intaglio di frutta verdura: il risultato è una serata piacevolissima, unica e istruttiva!

Il mio amico Luca Borghini è stato così gentile da regalarci un corso di intaglio.... io ho messo la mia casa a sua disposizione e lui l'ha trasformata in un laboratorio artistico di alto livello e perfino noi ad un certo punto ci siamo stupite di quanto siamo state brave! All'inizio Luca, ci ha insegnato le tecniche più semplici per trasformare zucchine e ravanelli in deliziosi fiorellini, mentre lui spiegava, intagliava noi mangiavamo! Avevo creato un piccolo menu per intrattenere i palati delle mie amiche che uscite di corsa dal lavoro non avevano avuto il tempo di cenare, tranquille ragazze, tra poco tutte le ricette saranno nel blog e potrete testarle di persona!!!!
Luca è stato molto paziente e anche se  noi lo chiamavamo da un lato all'altro della stanza, non ha perso mai la sua professionalità e la sua calma (e credetemi con quel gruppo di donne, non era facile!!!)

Ecco un assaggio delle sue e nostre opere d'arte........



Belle vero? Sicuramente di grande effetto!

Ma la sapete una cosa?
Nell'intagliare la verdura c'è un bel pò di scarto e non potevamo certo buttare via tutta quella buona verdura ancora fresca e croccante, quindi le cose proprie irrecuperabili l'ha prese la Michy per darle alle sua caprine e le altre sono state trasformate così.....



Ingredienti per 4 persone:


  • 300 gr di carote
  • 300 gr di daikon
  • 100 gr di patate
  • 1 scalogno
  • 500 ml di brodo vegetale
  • olio extravergine di oliva
  • 180 gr di riso venere
  • 360 ml di acqua
  • sale
  • pepe bianco
  • yogurt magro q.b.



Sbucciate il daikon e le patate e tagliate grossolanamente tutte le verdure (carota, patate e daikon)
Tagliate lo scalogno, fatelo soffriggere in un paio di cucchiai di olio, aggiungete le verdure, salate, pepate e fate insaporire girando il tutto con un mestolo di legno.

Aggiungete il brodo caldo e lasciate cuocere le verdure per mezz'ora, se vedete che si asciugano troppo aggiungete un paio di bicchieri di acqua.

Frullatele  il tutto con il minipimer in modo da ridurre le verdure in crema.

In una casseruola mettete il riso e copritelo con l'acqua e mettetelo a cuocere. In genere, per cuocere il riso venere occorre più tempo che per cuocere quello bianco, di solito occorrono 30 minuti, il mio consiglio comunque è di assaggiarlo perchè dipende anche molto dai vostri gusti. Se dopo mezz'ora si è asciugato, ma la cottura è ancora al dente, aggiungete un pò di acqua e fatelo cuocere ancora qualche minuto.

Servite la crema con il riso sopra e qualche goccia di yogurt magro, io ho usato una semplice siringa (quella per fare le punture...) 

Buon appetito!



Con questa ricetta partecipo al contest di Fiordirosmarino "Color Food" 






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martedì 19 marzo 2013

Coniglio della nonna al profumo di finocchio

Forse qualcuno storcerà il naso, altri passeranno direttamente ad un altro post e un altro blog, ma io con questo piccolo spazio vi voglio raccontare qualcosa di me e condividere i sapori dei piatti che mi hanno fatto crescere e che mi hanno fatto diventare quella che sono.....

Il coniglio non è una carne che tanti amano mangiare, anzi forse pochissimi l'apprezzano e ad altri solo al pensiero, inorridiscono, li vorrebbero solo vedere scorrazzare liberi per prati verdi, ma questo è un altro discorso nel quale non mi andrò ad immischiare perchè credo in modo più assoluto nel libero pensiero....sta di fatto che non lo trovo quasi mai pubblicato negli altri blog, poco anche nelle riveste e libri di cucina....in casa mia invece......è sulla tavola una settimana si e l'altra pure!



Mia nonna, ha un piccolo allevamento che custodisce con amore e devozione e la produzione è limitata al solo consumo familiare, quindi come potete a questo punto immaginare io sono stata cresciuta a suon di cosce e polpe cucinate nei più succulenti modi: fritto, umido, lesso.....ma quello che in assoluto adoro e per il quale noi Toscani (in particolare, noi Aretini) siamo più famosi è senza dubbio il coniglio in porchetta!



"Impillottato", cioè condito con sale, pepe, aglio, rosmarino e fiore di finocchio, tanto, ma tanto fiore di finocchio. Questa spezia in particolare, è il fiore del finocchietto selvatico che viene raccolto nel mese di luglio, fatto essiccare e adoperato poi per tutto il periodo dell'anno fino alla successiva raccolta. Ha un profumo eccezionale del quale io sono innamorata, ci condisco anche il maiale e le patate arrosto, è grazie a  questo prezioso ingrediente che ogni volta che cucino il coniglio ho ben impresse nella mente le istruzioni della nonna la prima volta che mi ha insegnato a cucinare l'arrosto......Quando vado a casa sua, siccome sa che sono un'assidua consumatrice, mi chiede: "Maddy, ce l'hai il finocchio?" e io " eh, nonna, l'ho quasi finito..."
allora lei apre la sua piccola, ma fornitissima dispensa, tira fuori un barattolino di fiore di finocchio perfettamente pulito e "conciato" e  me lo mette in borsa......

A quel punto vado a casa proteggendo il mio tesoro neanche fosse oro e  mi appresto a preparare un altro succosissimo arrosto, pensando che, forse un giorno insegnerò a cucinarlo a mia nipote che dalla nonna avrà sicuramente ereditato l'amore per la cucina e il rispetto della tradizione........GRAZIE NONNA!!!!!!



Va bè, mi sono dilungata veramente troppo oggi, adesso vi scrivo subito la ricetta....


Ingredienti per 6 persone:


  • 1 coniglio (circa 1,2 kg di peso) di allevamente sicuro, possibilmente biologico
  • rosmarino
  • fiore di finocchio
  • 2 spicchi di aglio
  • sale e pepe
  • olio extravergine di oliva
  • 1 bicchiere di brodo vegetale
  • finocchietto selvatico (foglie)



Spezzate il coniglio in pezzi abbastanza piccoli, circa 12.
(Se volete potete evitare queste passaggio facendolo spezzare dal macellaio)

Fatelo rosolare molto bene in padella con uno spicchio di aglio, un rametto di rosmarino e un paio di cucchiai di olio.

Togliete tutto dalla padella e  pulitela.
Eliminate il rosmarino e l'aglio dal coniglio e aggiungeteli freschi perchè gli altri si saranno un pò bruciati.
Rimettete tutto in padella, salate e pepate abbondantemente e aggiungete il fiore di finocchio, altri due cucchiai di olio e il brodo vegetale e cuocete per 40 minuti.

Cinque minuti prima della fine della cottura aggiungete anche qualche foglia di finocchietto selvatico.


Con questa ricetta partecipo al contest  "Il piatto della vostra nonna" del blog Cucinando con Paola








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domenica 17 marzo 2013

Composta veloce di cipolle rosse

Mia mamma odia in modo assoluto e viscerale la cipolla e tutti gli ortaggi che ne ricordano anche solo vagamente il sapore, come scalogno e porro.

Se al ristorante le servono un piatto cucinato con questo ingrediente, lei riesce a sentirne l'odore ancora prima che il cameriere esca dalla cucina.
Sua mamma, cioè mia nonna, gliela metteva di nascosto nel brodo e lei puntualmente la sgamava annusando la minestra e rifiutandola categoricamente.
Ovviamente, mia mamma, in cucina non usa MAI la cipolla, ad eccezione di quando fa il ragù (li, si sà è proprio indispensabile), ma la sbuccia con i guanti e per quanto le sua braccia glielo permettono, cerca di stare più lontana possibile dal tagliere mentre l'affetta.




Ora, ad una persona così, il destino, per una beffarda legge del contrappasso, ha voluto darle un marito e due figli che amano nel modo più assoluto e viscerale la cipolla e tutti gli ortaggi che ne ricordano il sapore e che tutte le volte che si presenta l'occasione, non mancano mai di farle presente quanto a loro manchi questo ingrediente nella dieta quotidiana.
Mio babbo e mio fratello, per rispetto di mia mamma non osano quasi mai mangiare l'ortaggio sotto processo e puntualizzo solo che, le poche volte che mio babbo si è concesso questo lusso, è finito a dormire nel letto che una volta era mio!



A me invece, la cipolla piace così tanto che l'altro giorno ho finito per farci anche la marmellata, anche se a dire la verità non si può neanche chiamare così.....questa composta è velocissima da fare!

Può essere presentata come accompagnamento ad una degustazione di formaggi pecorini, che nelle regioni di Toscana, Umbria e Lazio sono prodotti in grandi quantità e aromatizzati nei modi più svariati, dal fieno, al pepe, alle foglie di vite, al tartufo....

Quelli che preferisco io sono i semi stagionati, con i quali questa composta si sposa alla perfezione, il sapore della cipolla non altera quello del pecorino e viceversa, l'unione di dolce e salato si fonde uniformemente per creare una piacevole sensazione al palato.


Ingredienti: 


  • 300 gr di cipolle rosse
  • un rametto di rosmarino
  • 100 gr di zucchero
  • 3 cucchiai di aceto bianco
  • un pizzico di sale


Tritate la cipolla e mettetela a cuocere in padella con il rametto di rosmarino, un pizzico di sale, un cucchiaio di acqua e due di aceto.
Quando sarà diventata trasparente togliete il rosmarino, aggiungete lo zucchero e l'altro cucchiaio di aceto e fate cuocere per 30 minuti a fuoco basso.
Se vedete che si asciuga troppo potete aggiungere un altro cucchiaio di acqua.
Mettete la composta in vasetti sterili e fate bollire coperti di acqua per 15 minuti.


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giovedì 14 marzo 2013

Variante di Tiramisù alla ricotta

Sono senza dubbio una golosona, ma non di una cosa in particolare...di tante cose!!!!
Mi piace tantissimo il salato, la pasta, la carne e il pesce, ma a fine pasto un'angolino del mio stomaco è sempre pronto per ospitare lui: il dolce!

Amo le creme, le bavaresi e le mousse e oltre che gustarle mi piace tantissimo prepararle.
Così oggi vado a pubblicare la variante di uno dei dolci che in assoluto preferisco: il Tiramisù.
Posso dire che questo dessert italiano, il più conosciuto in un tutto il mondo è il mio dolce preferito,il motivo è  forse legato al ricordo di quando ero piccola.
Di certo non mancava mai nei pranzi di famiglia e nelle occasioni speciali e io davo volentieri una mano alla mia mamma durante la preparazione: cercavo di allineare in modo preciso i pavesini, spolveravo il cacao e mi macchiavo le dita con il caffè...



La versione originale, quella con il mascarpone e i savoiardi, è senz'altro unica, ma io vorrei dare spazio, oggi, a una variante che secondo me merita attenzione: quella con la ricotta, un formaggio meno grasso, ma altrettanto saporito e che io avevo in frigo al posto del mascarpone.

Ecco, quindi, uno dei dolci che, secondo me, VALE la pena assaggiare almeno una volta nella vita.....

Ingredienti per 8 persone:


  • 4 tuorli
  • 130 gr di zucchero
  • 70 ml di acqua
  • 500 gr di ricotta (pecora, mucca o mista..come preferite)
  • 250 ml di panna
  • Pan di spagna
  • caffè
  • cacao amaro




Cominciate con fare una pate a bombe, ovvero una pastorizzazione delle uova per renderle sicure e abbattere qualsiasi tipo di carica batteriologica. Questo procedimento è la base per qualsiasi semifreddo che vorrete realizzare.


Mettete in un pentolino prima lo zucchero e poi l'acqua e portate ad una temperatura di 121°, occorre quindi munirsi di un termometro da cucina.

Iniziate a montare i tuorli, abbassate la velocità della frusta e colate lo sciroppo a filo, dopo di chè aumentate la velocità al massimo e montate fino a quando non otterrete un composto gonfio, spumoso e di colore chiaro.

Setacciate la ricotta e unitela alle uova.
Montate la panna e amalgamatela al composto.

Tagliate il Pan di Spagna. Io ho fatto delle monodosi, quindi i miei pezzetti di Pan di Spagna erano piccoli, ma se volete fare il dolce in una pirofila, tagliateli a strisce.

A questo punto componete il dolce alternando crema, una spolverata di cacao, Pan di Spagna bagnato nel caffè e poi ripartite da capo.....




Con questa ricetta partecipo al Giveaway di Valentina "Qualcosa di dolce che Vale"




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lunedì 11 marzo 2013

Un antipasto che va a rotoli: girelle di prosciutto crudo e rotolini di crepe e mortadella

Ufff!!! Lunedì, ehhh lo so, è così per tutti...
E' iniziata una nuova settimana di tempo brutto, domenica scorsa era bellissimo, siamo andati a fare una passeggiata a piedi e ad un certo punto ci siamo tolti anche i giubbotti, ieri invece tirava vento e il cielo era grigio, quando è così è veramente una noia!
I miei bimbi, poi, adorano stare fuori e il più piccolo, quando lo porto in casa piange sempre! Piccolo...ogni volta gli prometto che appena arriva il tempo bello lo faccio giocare in giardino quanto vuole!



Oggi, mi sono dedicata un pò agli antipasti.
Quando ho amici a cena, la noia più grande è pensare proprio agli stuzzichini per accompagnare un buon prosecco, di solito, mi ci vuole sempre un sacco di tempo per preparali, non so come mai, non faccio cose particolarmente complicate, ma posso dire senza ombra di dubbio che gli antipasti sono la portata che amo meno preparare rispetto a tutte le altre della cena o del buffet!

Devo dire, però che queste due sfiziosità che oggi vi propongo, sono talmente facili che anche io ho impiegato poco tempo per realizzarle, ora tocca a voi....

Buona settimana a tutti!




Girelle al prosciutto crudo:




Lavate e asciugate la rucola. Tagliatela con una coltello.
In una ciotola unite il Philadelphia con la rucola.
Stendete sopra un foglio di pellicola per alimenti il prosciutto crudo, sovrapponendo le fette, spalmate sopra il formaggio e arrotolate.
Avvolgete tutto nella pellicola, sigillando bene e fate riposare in frigo per un'ora.
Ricavate dei dischi dalle fette di pane in cassetta e tostateli.
Togliete il vostro salamino dal frigo, tagliate a fette e adagiate sopra il pane.





Rotolini di crepes e mortadella:


  • 50 gr di farina 00
  • 1 uovo
  • 125 ml di latte
  • 100 gr di mortadella

In una ciotola rompete l'uovo intero, aggiungete la farina e sbattete con una frusta.
Aggiungete il latte poco alla volta continuando a sbattere.
Ungete con una noce di burro una padella e cuocete le crepe, non è necessario farle sottili, anzi per questa ricetta sono buone un pò più di spessore.
Dipende dalla grandezza della padella, ma con questa dose dovrebbero venire 2- 3 crepe.
Mettete sopra ogni crepe due o tre fette di mortadella e arrotolate. Se volete potete aggiungere anche un pò di rucola che vi è avanzata dalla ricetta precedente.
Tagliate e fermate con uno stuzzicadenti.







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venerdì 8 marzo 2013

Barchette con tartare di soprassata, avocado, olive nere e pinoli tostati

Piatto vintage e vi spiego il perché: ho assaggiato questa specie di insalata diversi anni fa (forse quindici? Grrrr!) in una cena tra amici, io tra l'altro ero un' infiltrata, nel senso che conoscevo la padrona di casa, ma molto poco il resto della brigata! Sapete quelle serate molto easy, nelle quali ognuno porta qualcosa? Bene, ad un certo punto e' arrivata una ragazza con una busta della spesa, ha iniziato a tirare fuori alcuni cartocci con diversi ingredienti con i quali ha fatto appunto questo piatto.....io ero una ragazzina, non avevo ancora incontrato il favoloso mondo della cucina e la passione che mi lega al cibo e quindi, questa semplice insalata per me e' stata una rivelazione!



Fino ad allora ero abituata a mangiare la sorpassata come salume insieme a due fette di pane...niente di più, ma da li ho iniziato a capire che anche gli abbinamenti più strani e inaspettati possono dare grandi soddisfazioni!

Ve la propongo oggi, presentandola in chiave leggermente più moderna, come finger food in queste deliziose barchette di bambù.

Per chi non la conoscesse, da la sorpassata e' un salume che si fa con la testa del maiale.
Mio nonno la faceva in casa e per la nostra famiglia e' sempre stato un rito da celebrare una volta all'anno, di solito in Dicembre e che ormai fa parte della nostra tradizione.
Questa testa viene fatta bollire per alcune ore, dopo chè si ricavano la parte magra e le cartilagini, si batte il tutto con una mannaia e si condisce con sale, pepe, finocchio, aglio, scorza di arancia, scorza di limone e varie spezie, tra le quali cannella e noce moscata, un mix di aromi e profumi eccezionali. Una volta condita, la carne viene messa in una sacca di lino, pressata (da qui il nome soprassata) legata e lasciata raffreddare, le cartilagini fanno da collagene con la carne per trasformarsi in un salume particolare, profumatissimo e molto apprezzato.




Ingredienti per circa 8 barchette:


  • 200 gr di soprassata (fatevi tagliare una sola fetta dello spessore di circa 1 cm)
  • 1 avocado
  • 50 gr di olive nere denocciolate
  • 30 gr di pinoli
  • 1 limone
  • olio evo
  • menta fresca

Tostate i pinoli in una padellina antiaderente.
Tagliate a dadini la soprassata, sbucciate e tagliate a tocchetti l'avocado e fate a fettine le olive.
Riunite tutti gli ingredienti in una ciotola e condite con olio e il succo del limone.
Io ho preferito non aggiungere né sale né pepe, perchè la soprassata è molto saporita, ma tutto dipende dai vostri gusti, assaggiate e fate le vostre modifiche.
Mettete l'insalata nelle barchette e decorate con zeste di limone e foglie di menta.


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giovedì 7 marzo 2013

Pan di Spagna: ricetta base


Il Pan di Spagna è una delle preparazioni basi della pasticceria: si gusta farcito con le più svariate creme, dalla classica chantilly alle mousse di diversi gusti (nocciola, caffè, ricotta, mascarpone....), può essere arricchito con pezzi di frutta fresca o gocce di cioccolato e scaglie di cocco...largo alla fantasia e alla creatività!
In genere viene ammorbidito da bagne aromatizzate, anche qui, chi più ne ha più ne metta, vaniglia, caffè, liquore, succo di frutta e servito a torta intera o monodose, insomma è una base con la quale potete sbizzarrirvi nelle vostre creazioni più fantasiose e personalizzate, bastano solo pochi passaggi per realizzare un must della pasticceria, classico ma.....intramontabile!





Ingredienti per stampo rotondo da 24 cm


  • 300 gr di uova a temperatura ambiente (di solito 6 di grandezza media)
  • 200 gr di zucchero
  • polpa di una bacca di vaniglia
  • 150 gr di farina 00
  • 100 gr di fecola di patate
  • 6 gr di lievito

  • Per la versione al cioccolato, togliere 100 gr di farina a questa dose e sostituirli con 100 gr di cacao amaro.



In una ciotola pesate la farina, la fecola e il lievito e setacciateli.

Rompere le uova in una casseruola e metterla su fuoco molto basso.
Mescolate le uova con una frusta a mano e portatele alla temperatura di 40-45°, avete molto margine, quindi non è necessario munirsi di un termometro da cucina, considerate che la nostra temperatura corporea è di 36-37°, quindi, quando le uova sono tiepide, toglietele dal fuoco, trasferitele in una ciotola capiente, aggiungete lo zucchero e la vaniglia e montate con una frusta elettrica.
Ora, se avete un'impastatrice, molto del lavoro lo farà lei, altrimenti, armatevi di un pò di pazienza e aspettate che il composto diventi di colore chiaro e che sia ben montato.

Dai, tranquilli, se ci è riuscito il pasticcere genovese che nel '700 l'ha inventato, ci potete riuscire anche voi! A quell'epoca non c'erano frullini e impastatrici!

A questo punta aggiungete le farine un pò alla volta, tipo in tre tempi e amalgamate con una spatola. Con più la spatola è larga, meglio e più velocemente si amalgameranno le farine e meno fatica farete voi.

Il movimento è molto importante, deve essere delicato ma nello stesso tempo veloce, quindi fate lavorare il vostro polso ruotandolo bene a quasi 360°!

Attenzione: la farina tenderà a depositarsi sul fondo della ciotola, quindi andate in profondità, piegando leggermente il recipiente.

Trasferite il composto nello stampo rivestito di carta da forno e cuocete a 170° fino a colorazione, in genere 20-25 minuti.

Una volta cotto toglietelo dal forno, sformatelo e capovolgetelo. Togliete la carta da forno dalla parte inferiore e lasciate riposare fino a raffreddamento. In questo modo il vapore uscirà evitando di formare all'interno l'antipaticissima "anima".

A questo punto, il Pan di Spagna è pronto per essere tagliato in dischi, di solito tre e farcito con creme, mousse e quant'altro rientri nei vostri gusti!

Il Pan di Spagna si conserva avvolto nella pellicola e in frigo fino a 15 gg.

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lunedì 4 marzo 2013

La pasta di zucchero

La pasta di zucchero è una pasta modellante a base di zucchero a velo che viene usata per ricoprire torte.
Lavorando questa pasta si possono creare vere e proprie sculture da utilizzare per la decorazione dei dolci, il cake design, una moda largamente diffusa negli  Stati Uniti  e che da qualche anno ha preso campo anche in Italia, trasformandosi in un vero fenomeno per gli appassionati di pasticceria.

Non esistono molte varianti per realizzare la pasta di zucchero, la ricetta è una, non si può interpretarla a nostro modo facendo piccoli ritocchi quà e là, come spesso accade, è quasi una formula matematica che difficilmente si può cambiare.




Nei miei primi esperimenti con questo tipo di prodotto confesso che ne preferivo l'acquisto in negozi specializzati, era molto più comoda e pronta all'uso. Ne esistono diverse marche, alcune buone e alcune....pessime, ma un pò per curiosità e un pò per soddisfazione personale, ho deciso di farmela da sola aiutandomi con questo libro.....




e con i consigli della mia amica Simona del blog Tavolartegusto, dal quale ho preso appunto la ricetta e in cui ci sono tutti i passaggi fotografati e spiegati alla perfezione....impossibile sbagliare!



Ingredienti:

  • 450 gr di zucchero a velo
  • 5 gr di colla di pesce
  • 30 gr di acqua
  • 30 gr di glucosio
  • 1 cucchiaio di miele


  • coloranti alimentari


Mettete a bagno la colla di pesce nell'acqua fredda.
Mettete il glucosio in un pentolino e aggiungete la colla di pesce con la sua acqua e il miele.
Trasferite sul fuoco basso e fate sciogliere lentamente.

Nel contenitore del robot da cucina mettete lo zucchero a velo e aggiungete il liquido.
Azionate il robot e lavorate gli ingredienti con le spatole (non le lame) amalgamandoli bene, ma non troppo.

Trasferite la pasta sulla spianatoia e lavorate con le mani formando una pallina.



A questo punto la pasta di zucchero e pronta e potete colorarla a piacere con i coloranti. Potete usare quelli liquidi, in gel o in polvere, l'importante e' iniziare con piccole dosi, aiutandovi con uno stecchino, e man mano aumentare la quantità fino ad ottenere il tono di colore desiderato.


La pasta di zucchero si conserva sottovuoto per un paio di mesi, oppure avvolta nella pellicola e chiusa ermeticamente in un barattolo, in luogo asciutto.



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venerdì 1 marzo 2013

Ciambella di pane farcita

In questi giorni sono piena di tensione, forse è il cambio di stagione, le tante cose da fare e da organizzare, i bambini che danno da fare e prendono tanto tempo; mi sento disorganizzata e molto confusionaria, cosa che di solito io sono proprio il contrario.
Vorrei pubblicare mille ricette, ne ho veramente tante in testa e a malapena riesco ad appuntarmi qualche ingrediente in modo strampalato.


Avevo diversi piatti che per mancanza di tempo non sono riuscita a fotografare, so che molti diranno: "Va bè, una foto non ci vuole mica tanto a farla", avete ragione senz'altro, ma purtroppo è più forte di me, io sono una perfezionista e se non ho la luce giusta e le decorazioni necessarie non riesco a scattare. So che in tanti non condividono questa filosofia e ammiro, veramente, le persone che non si fanno questi tipi di  problemi, forse sono loro che veramente si divertono ad avere un blog, non io....

Scusate il piccolo sfogo, oggi è venerdì, mi devo distendere in preparazione di un nuovo fine settimana e finalmente riesco a pubblicare questa ciambella di pane molto golosa e decorativa, che potete farcire con quello che più preferite, perfetta per i buffet di compleanno, cene informali tra amici o un semplice aperitivo accompagnata da un bicchiere di bollicine....





Ecco la ricetta e buon fine settimana!

Ingredienti per uno stampo a ciambella da 25 cm:


  • 500 gr di farina 00
  • 250 ml di acqua
  • 13 gr di lievito di birra
  • 1 pizzico di sale
  • 3 cucchiai di olio evo



  • 2 salsicce
  • 50 gr di pomodorini semi secchi (si trovano già pronti in barattolo)
  • 100 gr di formaggio tipo fontina o scamorza

Mettete la farina in una ciotola con l'olio.
Fate sciogliere il lievito nell'acqua tiepida e versatelo nella farina. Impastate bene, aggiungete il sale.
Trasferite l'impasto nella spianatoia e lavoratelo bene con le mani fino ad ottenere una palla.
Copritela con la pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio del volume, circa un paio d'ore.

Stendete la pasta con il mattarello cercando di darle una forma rettangolare.
Farcite con la salsiccia, i pomodorini e il formaggio.




Arrotolate la pasta e trasferitala sullo stampo da ciambella leggermente unto di olio.

Lasciate lievitare ancora per un'ora (non è necessario coprirla).
Cuocete in forno a 170° per 40 minuti.

Se volete potete decorare con mazzetti di erbe aromatiche fresche e mastro di rafia intorno alla ciambella.



Ed ora veniamo al bello...il mio premio!
Ringrazio di cuore la mia amica Manu del blog Ricami di Pastafrolla che mi ha fatto un dolce e inaspettato, quanto gradito regalo: il premio Liebster Blog Award.

Questo premio consiste nel rispondere a undici domande e formularne altre undici a 11 blog che riteniamo
"Liebster" che significa carini, amabili. E' un modo molto simpatico per conoscere le persone che stanno dietro ai nostri blog preferiti e che come noi hanno la passione di cucinare e condividere successi e fallimenti, in modo sempre molto divertente, mettendosi sempre in gioco con amore e ironia.

Non è obbligatorio partecipare ma se volete farlo, dovete prelevare i seguenti banner, rispondere alle mie domande e farne altre ai vostri 11 blog preferiti.




    
Ecco le domande alle quali vado subito a rispondere:

1. Da dove nasce la tua passione per la cucina? Da dove nasce non lo so, forse dal fatto che mi piace molto mangiare e dall'amore per le materie prime di qualità.
2. Che ti po di viaggiatore sei: all inclusive o zaino in spalla? Prima dei figli, ero sicuramente zaino in spalla, adesso all inclusive e nonni al seguito!
3. Le tue letture preferite? Mi piacciono tantissimo i romanzi di Sophie Kinsella.
4. Un sogno nel cassetto? Fare della mi passione un lavoro, il sogno di tutti i sogni.
5. Ti senti un futuro Masterchef? No, di sicuro non sono all'altezza e poi ci vuole un'abbondante dose di fortuna che io non ho!
6. La tentazione a cui non sai resistere? Non so resistere alla tentazioni di comprare un paio di scarpe tacco 12!
7. Se potessi scegliere un ristorante nel mondo dove cenare in quale andresti? Ce ne sono tanti, ma io sono una legata alla tradizione italiana e quindi andrei al Ristorante Gualtiero Marchesi a Brescia.
8. Il film davanti al quale piangi ogni volta che lo guardi? Io piango per  niente, quindi potrei dire La Vita è bella di Benigni come Il Re Leone della Disney.
9. Il tuo ingrediente segreto? Non ho un ingrediente segreto in particolare, però un filo di olio a crudo ci sta sempre bene.
10. Se le tue cavie culinarie non apprezzano qualche esperimento li costringi a mangiarlo comunque? Assolutamente no, i gusti sono gusti....
11. Cosa non manca mai nella tua dispensa? Non manca mai olio extravergine di oliva, quello buono, toscano, prodotto nelle colline di nostra proprietà.

Ed ora le mie 11 domande e di seguito i blog a cui vorrei passare il premio. Molti dei miei blog preferiti hanno già partecipato a questo gioco e ricevuto il premio quindi per non stressarli ulteriormente non glielo passerò di nuovo, ma ci tengo a dire che siete stati nei miei primi pensieri!

1. Dimmi come mangi e ti dirò chi sei: quali sono i tuoi cinque piatti preferiti?
2. Qual'è il piatto che ti riesce meglio?
3. Quale ingrediente proprio non sopporti?
4. Qual'è invece quello che non ti stancheresti mai di mangiare?
5. Sei geloso/a delle tue cose?
6. Ami più il pesce o la carne?
7. Stai attenta alla linea o non sai resistere davanti ad un vassoio di bignè?
8. Sei una stakanovista o te la prendi sempre con calma anche sul lavoro?
9. Dove trovi l'ispirazione per le tue ricette?
10. Il tuo chef preferito?
11. E ora la domanda di tutte le domande: è più importante essere o avere?

1. La ricetta che Vale
2. Pane e Pomodoro
3. Le ricette di Pepi
4. Il Rovo di bosco
5. Il pan di zenzero
6. Idee nel gusto
7. A Thai Pianist
8. Giulia Pignatelli
9. Lory B. Bistrot
10. Il mio saper fare
11.Lamponi e tulipani


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